La macchia umana
Qual è il tuo segreto?
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La macchia umana, edito nel 2000, ci parla dell’America di inizio millennio e, più che dei suoi sogni, delle sue distorsioni e malattie: lo scandalo Bill Clinton, il pregiudizio razziale, la psiche distrutta dei reduci del Vietnam, ecco la grande macchia che oscura il sogno americano e rivela la corruzione di una nazione in espansione e guida dal capitalismo.

Protagonista del libro è Coleman Silk, brillante accademico di provincia dalla vita apparentemente realizzata. Eppure, questo candore di facciata cade nel momento in cui Silk viene calunniato e sceglie di lasciare la sua posizione di docente ordinario, nonché ex presidente della facoltà di lettere classiche. L’accusa è ingiuriosa e falsa, tuttavia produce un turbamento tale nella vita di Silk che ne deriva la fuoriuscita di tutte le macchie che in precedenza erano state accuratamente celate. Quelle zone d’ombra che non sono necessariamente infamanti, ma che possono diventarlo agli occhi della società, e che ognuno porta dentro di sé come parte del proprio patrimonio genetico. Senza svelare troppo, diciamo che i segreti del professore hanno molto a che fare con le sue origini, collocabili a Newark nel New Jersey, come quelle dell’autore, con l’identità razziale e culturale, con la concezione di famiglia e di privilegio.

Questo fa del romanzo uno strumento di lettura del suo tempo estremamente interessante, capace di carpire dinamiche sociali e di potere, sfumature psicologiche e convinzioni radicate, e di denunciarle a viso aperto, sottolineando così la radicale contrapposizione tra l’accusa infondata ma mediaticamente portata all’estremo – quella dei membri dell’Athena College nei confronti di Silk e dove il professore ha lavorato per molti anni- e la denuncia meditata e aderente al vero – quella dell’autore. Quindi, sì, La macchia umana è senza dubbio uno dei casi in cui letteratura e sociologia si intrecciano, permettendo al lettore di acquisire uno sguardo nuovo – più acuto- sul mondo a cui appartiene, oltre che di interrogarsi sulla posizione che in esso vuole assumere.


Tuttavia, il romanzo non è solo questo; assolvendo al compito che sempre demandiamo alla letteratura, svela qualcosa sull’uomo tout-court, di qualsiasi luogo e tempo, ovvero quel segreto che macchia nel profondo ogni uomo, che sia socialmente accettabile o meno.

Come Cuore di tenebra affonda la lama nel colonialismo per portare alla luce il male di cui qualsiasi uomo è capace, Roth incide il petto di uomini e donne della società americana per mostrare i segreti che emergono dalla ferita di ciascuno o, per meglio dire, di tutti, perché nessuno può sfuggire alla propria tara. E allora la vera domanda che solleva il libro è questa: è giusto giudicare un essere umano per le sue zone d’ombra? Per quei segreti, quelle origini, quegli impulsi che permeano le sue azioni e di cui non può liberarsi e di cui, in fondo, nessuno può conoscere realmente la natura? È giusto giudicare un uomo per una passione senile per una ragazza più giovane di cui nessuno conosce la portata?

«Ti hanno preso la vita e l’hanno gettata via. Hanno preso la tua vita, e hanno deciso di gettarla via. Sei venuto dalla ballerina giusta. Sono loro a decidere chi sono i rifiuti, e loro hanno deciso che tu sei un rifiuto. Hanno umiliato, mortificato e distrutto un uomo per una ragione che – lo sapevano tutti – era una stronzata. Una parolina insignificante che per loro non voleva dire nulla, assolutamente nulla. E questa è una cosa che fa andare in bestia» (p. 257).

A rivolgere a Coleman Silk queste parole è Faunia mentre balla nuda per lui, in una delle scene più sublimi di tutto il romanzo. L’unica persona che può veramente sospendere qualsiasi giudizio perché ha fatto della sua vita l’esibizione delle proprie macchie.

La macchia umana è un romanzo da leggere per le importanti riflessioni sul presente e sulle dinamiche umane e relazionali, ma anche perché si tratta di un congegno narrativo complesso, intrecciato e perfettamente funzionante, attraverso il quale lo scrittore rivela il passato del suo protagonista senza mai abbandonare la prospettiva del presente, creando un’atmosfera quanto mai intrigante.

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