L'attesa
Un giallo giapponese
l-attesa-img

Matsumoto Seichō pubblicò L’attesa nel 1971, vent’anni prima della sua morte. La traduzione italiana è uscita quest’anno per Adelphi. Seichō fu giornalista e scrittore giapponese, autore principalmente di polizieschi, sempre venati da una riflessione arguta e polemica sulla società giapponese contemporanea.


L’attesa, infatti, è un romanzo giallo, con un delitto e un’indagine, ma si colloca al di fuori delle caratteristiche del genere a cui siamo più abituati. Invece della suspance, la scrittura di Seichō mira a creare un’atmosfera di sospensione e, appunto, di attesa. Il meccanismo narrativo non procede grazie a colpi di scena e plot-tiwist, ma piuttosto per piccoli cambiamenti che logorano dall’interno la quotidianità dei protagonisti: Isako e suo marito, Nobuhiro. L’orologio della vita coniugale (ed extraconiugale) consuma le loro giornate e sembra condurre inesorabilmente verso la morte di Nobuhiro, più vecchio della moglie di vent’anni.

Isako è una donna pratica e determinata e ha grandi progetti per il momento in cui riceverà l’eredità di Nobuhiro, ma il tempismo della dipartita è fondamentale perché il suo piano possa avverarsi: il marito deve morire al momento giusto e a lei non resta che l’attesa. Accanto a Isako gravitano tre figure maschili molto diverse fra loro, che giocano un ruolo essenziale nel tentativo di Isako di raggiungere le sue ambizioni, e di cui lei sfrutterà ogni risorsa. Isako non ha remore né scrupoli, è determinata fino a diventare un’affascinante creatura noir. Tutto il romanzo è scandito dalle sue riflessioni a sangue freddo, a cui seguono azioni così meticolosamente studiate da generare una sensazione di straniamento. È il modo in cui Seichō dipinge e critica la borghesia giapponese tesa unicamente all’arricchimento: a cosa saranno disposti Isako e i suoi uomini affinchè lei possa aprire un ristorante di cucina tradizionale giapponese? Quanto è profonda la loro corruzione e fin dove Isako si spingerà per la sua cupidigia?


Questo libro è perfetto per chi desidera leggere un buon giallo offuscato dalle atmosfere fumose del noir, e sperimentare un gusto per la letteratura diverso da quello occidentale, più riflessivo e asciutto. La voglia di terminare il libro comunque non vi abbandonerà e sarà difficile staccarsi dalla pagine.